Ottavio MAZZONIS
1921, Italy
Ottavio Mazzonis nasce a Torino il 20 dicembre 1921, figlio di Federico e di Elisa Desio Boggio, prima del matrimonio apprezzata soprano. È una famiglia in cui si respira l’arte: Ottavio, sin da bambino, è un habitué del Teatro Regio e in via San Domenico 11, dove abita la famiglia Mazzonis, sono di casa Aureliano Pertile e Arturo Toscanini. Inoltre, un antenato per parte di nonna paterna, Francesco Gandolfi (Chiavari 1824-1873) era stato pittore, noto soprattutto come ritrattista e affreschista. Il padre di Ottavio, proprietario di un’industria tessile, coltiva svariati interessi e si diletta di astronomia, chimica e, naturalmente, d’arte: come collezionista di dipinti e come discreto dilettante nell’esercizio del disegno.
Vivendo in questo contesto, Ottavio sviluppa precoci interessi per la pittura e a partire dal 1932 (quando ha solo 11 anni), al termine dell’anno scolastico e per svariate estati, accede alle lezioni di Luigi Calderini (1880-1973), noto scultore e pittore. Con Calderini, Ottavio impara a disegnare, a dipingere e infine, nel 1938, a modellare. Primo frutto di quest’ultimo impegno è il wildtiano “Ritratto del padre”, cui seguiranno numerose altre opere eseguite negli anni di guerra. Quella per la scultura è una passione che non lo lascerà mai, sebbene la sua carriera, come vedremo, sia quasi interamente volta alla pittura.
Ottavio ora sa disegnare, dipingere e modellare, ma, consapevole di non poter realmente progredire da autodidatta e pervaso com’è da alti modelli ideali, avverte l’urgenza di studi sistematici. Il padre, ovviamente, preferirebbe che il figlio seguisse le sue orme nel campo del tessile, ma ne capisce la vocazione e la asseconda, a patto che Ottavio dimostri un impegno serio e perseverante. Poiché è legato al mondo figurativo della grande tradizione, Ottavio scarta l’ipotesi dell’Accademia e preferisce rivolgersi a un maestro che conosca a fondo il mestiere.
Decide così di frequentare lo studio di uno dei più capaci allievi di Giacomo Grosso, Nicola Arduino (1887-1974), artista figurativo padrone di tutti i segreti della pittura e ampiamente dedito anche all’attività di affreschista. Con la tecnica dell’affresco e col cimento di “pensare e fare grande”, Ottavio viene in contatto per la prima volta nel 1946, quando segue Arduino a Trebaseleghe, nel padovano, dove i due saranno ancora nel 1949 e nel 1950; nel 1951, maestro e allievo lavorano a Borgonuovo di Chiavari; nel 1953 a Palermo, nella Chiesa dei Teatini, dove due lunette vengono realizzate sui cartoni di Mazzonis, che nello stesso anno debutta alla 110ª Esposizione Nazionale della Promotrice di Torino con un “Autoritratto”, partecipa al Premio Brescia e, in dicembre, alla Mostra annuale del Circolo degli Artisti di Torino, cui non mancherà in tutte le edizioni successive.
Dal 1955 il rapporto con Arduino non è più quello da discepolo a maestro, ma piuttosto di amicizia e stima reciproca. A Mazzonis vengono proposti interventi professionali in affreschi chiesastici ma l’artista, prima di affrontarli, vuole sperimentare le proprie capacità affrescando il soffitto dello scalone della sua casa torinese in via San Domenico 11 (ora edificio di proprietà del Comune), col tema “L’Arte e l’Industria”, e nel 1957 affresca la parete dello stesso scalone col “Giudizio di Paride”.
È nel 1960 che Ottavio affronta le prime opere su commissione, decorando a tempera la cupola della Pieve di Cumiana ed eseguendo “Gesù e Nicodemo” nella Parrocchiale di Sordevolo. Nel 1961 completa il ciclo di Cumiana; nel 1962 dipinge la pala d’altare “San Bartolomeo” per la Parrocchiale di Fontane di Bossea; nel 1963 termina la pala d’altare per San Pietro di Savigliano; nel 1964 lavora a tempera nella cappella del Seminario Maggiore di Mondovì Piazza; nel 1965 realizza la tela “Noli me tangere” per la Parrocchiale di Nucetto e le decorazioni a tempera nell’abside e nel catino del Santuario della Sanità a Savigliano; nel 1968, nello stesso Santuario, esegue a tempera due vele; nel 1969 dipinge l’ovale “Sebastiano Valfré in preghiera “per la camera-cappella del Beato nella Chiesa di San Filippo a Torino (ovale riprodotto in copertina nel volume di Cesare Fava, “Vita e tempi del Beato Sebastiano Valfré,” 1984); nel 1971 completa, con altre due vele, il proprio intervento alla decorazione del Santuario della Sanità di Savigliano; nel 1972 realizza la grande pala d’altare del “Beato Valfré in gloria “per la Chiesa di San Filippo a Torino (oggetto di numerose varianti, la stesura definitiva dell’opera sarà poi ospitata nel Santuario di Verduno); nel 1990 realizza la tela “Giovanni Battista La Salle” per l’Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane di Roma; nel 1991 dipinge un “ritratto di Luigi Firpo” per l’omonima fondazione torinese; nel 1992 esegue il pannello Ricordo di Giuseppe Levi, voluto da Guido Filogamo per il Dipartimento di Anatomia e Fisiologia umana dell’Università di Torino.
Nel frattempo, dal 1953 e sino a oggi, si susseguono numerosissime esposizioni personali e partecipazioni a collettive, in Italia e all’estero.
Ricordiamo solo che la sua prima personale si tiene alla Galleria Fogliato di Torino nel 1968 (l’artista aveva allora già 47 anni!), dove i suoi lavori vengono riproposti nel 1979; la prima personale romana è del 1981 alla Barcaccia; nello stesso anno, Mazzonis inizia un fecondo rapporto di esclusiva con la Galleria Forni di Bologna, che allestisce la sua prima personale felsinea come inaugurazione della stagione 1981/82. Il rapporto di esclusiva con la Galleria Forni, che gli organizza tutte le successive personali italiane e gli procura importanti presenze all’estero (Parigi, Londra, Basilea, Londra, Lussemburgo, Stoccolma, New York, Los Angeles, Madrid, Amsterdam, Tokyo ecc.) dura fino al 1988.
Nel 2000, Mazzonis partecipa alla mostra “Vanitas Vanitatum. Et omnia Vanitas,” promossa dal Museo Sandro Parmeggiani di Renazzo, a cura di Maria Censi e Alfonso Panzetta. Per la sua rilevanza, la mostra di Renazzo diventa itinerante, toccando le città di Longiano, Montevarchi e Torino (Circolo degli Artisti). Questa esposizione spiana il percorso centese di Mazzonis, anche grazie all’amicizia con Maria Censi che, proprio nel Museo Parmeggiani, gli organizza, dal 16 marzo al 13 maggio 2001, la mostra personale intitolata Apocalisse di Giovanni. L’esposizione ha un successo senza precedenti e, nell’occasione, nasce l‘idea della “Via Crucis” per la Chiesa del Rosario di Cento. Le 14 stazioni sono realizzate da Mazzonis e donate alla Chiesa centese. Il file rouge che congiunge la sensibilità dell’artista moderno torinese con quella del migliore Seicento italiano, del Guercino in particolare, è realizzato. L’inaugurazione avviene nel maggio 2003 e, nel maggio 2006, gli viene conferita dalla Città di Cento la Cittadinanza Onoraria.
L’arstista si spegne a Torino il 9 novembre 2010.
Per terminare, occorre almeno accennare anche all’intensa attività editoriale di Ottavio Mazzonis, che, nel corso dei suoi lunghi anni di attività, illustra numerosi libri. Quanto alle monografie a lui dedicate, segnaliamo soprattutto quella curata da Giuseppe Luigi Marini e pubblicata da Allemandi nel 1993, nella quale sono riprodotti 513 dipinti, 51 tra disegni e incisioni e 26 sculture. Chiudiamo con una rapida nota sulla raffinata plastica dell’artista, raffinata e gestita da sempre con una certa pudica riservatezza: figlio d’arte dell’animalier Luigi Calderini, acceso ammiratore di Gaetano Cellini e Arturo Stagliano, Mazzonis ha sempre ricercato nella terza dimensione (così come nell’arte in toto) un ideale antistoricistico di bellezza pura e perfetta, modellando con una particolare sensibilità per certi dosati effetti pittorici e con una singolare inclinazione verso la scultura policroma.
Source: http://www.mariagiulia-alemanno.com/wordpress/?p=8920
Ottavio Mazzonis föddes i Turin December 20, 1921, son till Fredrik och Elisa Desio Boggio, före äktenskapet sopran uppskattat. Det är en familj där man andas konst: Ottavio, som barn, är en regelbunden på Teatro Regio och Via San Domenico 11, där familjen bor Mazzonis, Aureliano Pertile är hemma och Arturo Toscanini. Dessutom, en förfader till en del av sin farmor, Francesco Gandolfi (Chiavari 1824-1873) var en målare, mest känd som porträttmålare och fresco målare. Ottavio far, ägare av ett textilindustrin, odla en mängd olika intressen och dabbles i astronomi, kemi, och, naturligtvis, om konsten som en samlare av målningar och diskret som amatör i utförandet av designen....
Source: http://www.mariagiulia-alemanno.com/wordpress/?p=8920